“Non è vero che il mondo è brutto,
dipende da che “mondo ti fai”
Giovanni Rodari
Questa frase di Gianni Rodari mi torna in mente spesso quando mi ritrovo a parlare di felicità. Soprattutto in questi mesi (e anche anni) nei quali sotto gli occhi e la pelle ci passano notizie, eventi e immagini che raccontano un mondo che pare l’esatto contrario della felicità. Eppure, senza stare a scomodare tutti i filosofi, scrittori, pensatori… che nei secoli si sono occupati di esaltarla o demolirla, credo che saper essere felici sia una condizione da perseguire. Sempre.
Non parlo di quel concetto di felicità in generale che spesso viene confuso con l’allegria o con “momenti di dimenticanza” (per dirla come Totò), ma di un’attitudine, una competenza e, soprattutto, un impegno che si prende con sé stessi: non solo nonostante, ma con tutti i momenti che sono parte della vita.
Un saper essere felici che vuol dire essere disposti a imparare a riconoscere il valore della felicità e riuscire a farlo convivere, senza contraddizioni, anche con quello che di doloroso succede.