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Durante le mie sessioni di counseling, ho visto più volte come le persone, ascoltate senza interruzioni, cominciano a sciogliere i propri nodi interiori da sole.

La mia presenza silenziosa diventa uno specchio, uno spazio aperto dove possono riflettere su se stesse senza paura di essere giudicate. Questo processo, apparentemente semplice, porta a una comprensione profonda delle proprie emozioni e, spesso, a una trasformazione interiore.

Il potere (e il valore) del silenzio risiede nella sua capacità di creare una pausa, un tempo di riflessione. È in questa pausa che le emozioni trovano il loro posto e il loro significato. Un antico proverbio zen dice: “La parola è argento, ma il silenzio è oro.” Questo ci ricorda che il silenzio non è vuoto, ma pieno di possibilità. È uno spazio in cui tutto può emergere, senza forzature, senza fretta.

Ecco perché l’ascolto attivo, che è alla base del mio approccio come counselor, non è semplicemente un’assenza di parole. È un atto di presenza, un ascolto profondo che accoglie l’altro in modo totale. Quando offriamo questo tipo di ascolto, l’altro si sente visto, accolto, e soprattutto libero di essere se stesso.